Al congresso dell’American Society of Hematology (Florida), sono stati presentati dati incoraggianti per curare il linfoma Mantellare.
Essendo un linfoma del sistema linfatico, poco frequente ma molto difficile da trattare, ogni scoperta è una conquista. Ad oggi sono presenti molti casi che non rispondono più alle cure o che il linfoma si ripresenta dopo tanti anni dalla prima manifestazione.
Si sono concluse da poco delle ricerche in merito, iniziate 15 anni fa che hanno portato alla luce una cura che al 90% risulta essere efficace.
Nel dettaglio la terapia Car-T Tisagenlecleucelin, prevede il prelievo delle cellule immunitarie da parte del paziente, le quali vengono poi ingegnerizzate per divenire armi contro il tumore.
In atto sono presenti due cure una pediatrica l’altra per gli adulti.
Promossa nella pratica della clinica reale, questa terapia è l’unica in uso sia su bambini che ragazzi con la leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) a cellule B, sia su adulti con Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), diventati però resistenti ad altri tipi di terapie, o nei quali la malattia è ricomparsa dopo le cure.
I dati riportati al congresso dell’Amarican Society, hanno rilevato una infusione KTE-X19, terapia sperimentale che rientra tra le Car-t, un’efficacia del 90% dei casi trattati con 67% di risposte complete.
Tisagenlecleucel, è un’arma che attraverso delle tecniche di ingegneria genetica viene inserita nelle cellule immunitarie del paziente per renderle in grado di attaccare il tumore
Linfoma Mantellare: Nuove Speranze
I risultati ottenuti, sono stati una vera e propria conquista, considerati i tempi di analisi sui paziente su un’arco temporale di quasi un’anno, che dato le condizioni cliniche è già un risultato significativo.
I tassi di risposta osservati supportano il potenziale di questo approccio come prima terapia cellulare per le persone affette dalla malattia.
Ogni anno in Italia, sono 500 le diagnosi effettuate, con circa 3.700 pazienti che combattono con questa malattia nel nostro paese.
Paolo Corradini, presidente della Società Italiana di Ematologia e Direttore della Divisione di Ematologia all’Istituto Nazionale Tumori di Milano. ”Quando la neoplasia resiste ai trattamenti i malati vanno incontro a ricadute multiple e il linfoma progredisce rapidamente. In questa situazione la sopravvivenza media si aggira purtroppo attorno ai 3 mesi, ma con la nuova terapia presentata ad Ash, sperimentata proprio in questa tipologia di pazienti, si ottengono in molti casi risultati finora insperati”.
I risultati ottenuti, prevedono una domanda di licenza per il farmaco biologico alla Food and drug Administration entro la fine dell’anno e una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio all’Agenzia Europea dei medicinali entro il primo trimestre del 2020.